L’attenzione per l’essenziale: la cerimonia del

Bologna, 18 novembre 2006
cerimonia del tè e laboratorio con Yoko Shimada

Il tè affonda le proprie radici in un passato antichissimo. Le prime leggende lo collegano ad un imperatore cinese vissuto all'incirca nel 2700 a.C.

Tra i racconti più interessanti che maggiormente mantengono un rapporto profondo con il senso che ancora oggi ha il tè è quello legato alla figura del monaco buddhista Bodhi Dharma. Si racconta che durante una lunghissima sessione di meditazione il monaco abbia ceduto ai richiami del sonno e al proprio risveglio provò nei propri confronti una tale collera da giungere a tagliarsi entrambe le palpebre. Queste, cadendo a terra, diedero vita ai primi germogli della pianta del tè.

Giunto in Giappone all'inizio del IX secolo il tè si diffuse rapidamente conquistando un enorme successo, tanto che le cronache riportano le iscrizioni di concorsi in cui si misurava l'abilità dei partecipanti nel riconoscere la provenienza e la qualità dei tè.

Da ormai 500 anni la cerimonia del tè, in giapponese cha no yu, si tramanda nella forma in cui il suo primo ideatore, Sen no Rikyū, la definì: un momento di pacata e raffinata bellezza, di condivisione profonda tra i partecipanti in cui l'atto di preparare, offrire e ricevere il tè si trasfigura in un atto di contemplazione e consonanza con il sé e con il cosmo.

La maestra Yoko Shimada è esponente della più antica e importante scuola di cerimonia del tè discendente da Sen no Rikyū, la Omotesenke, giunta con il capofamiglia Jimyosai Sosho alla XIV generazione.

Lo stile Omotesenke è semplice e razionale e lo scopo del padrone di cerimonia, colui che predispone la bevanda, è di preparare la tazza di tè miglior della sua vita come fosse, ogni volta, l’unica occasione offertagli per  farlo. Gli ospiti rispondono con la medesima attenzione e cura e gustano appieno quanto a loro offerto a testimonianza del reciproco affetto e rispetto.

Ogni movimento nella cerimonia è molto preciso e risponde ad una funzione specifica:  gesti secolari, parole codificate, ringraziamenti, attenzione per l'utilizzo degli utensili e cura per l'ospite. Tutto ciò non significa che sia una cerimonia rigida e silenziosa: il suo fine è rilassare ed intrattenere piacevolmente e la forza espressiva e la bellezza dei gesti e degli oggetti sono ispiratori di tranquillità e armonia.

  • 18 novembre ore 15.30 CERIMONIA DEL TE' ingresso gratuito su prenotazione fino ad esaurimento postiMuseo della Musica, Strada Maggiore, 34 – Bologna
  • 25, 26 novembre e 2 dicembre ore 10-13 e 14-17 LABORATORIO DI CERIMONIA DEL TE' su iscrizione entro il 23 novembre

Centro Studi d’Arte Estremo Orientale, v. Val d’Aposa, 2 - Bologna

Il laboratoriodi cerimonia del tè condotto dalla maestra Shimada sarà di 18 ore complessive e si terrà nei giorni 25 e 26 novembre e 2 dicembre sempre con orario 10-13 e 14-17. La quota di partecipazione è di 180,00 euro, compresi tutti i materiali.

Questa la struttura degli incontri:

Prima parte: i gesti di base

I partecipanti verranno guidati all’apprendimento della corretta postura del corpo e dei movimenti fondamentali indispensabili alla cerimonia del tè. Tra questi l’inchinarsi e il camminare.


Seconda parte: i gesti dell'ospite

I partecipanti sperimenteranno le modalità comportamentali degli ospiti durante la cerimonia: mangiare i dolci, prendere il tè, argomenti di conversazione, atteggiamenti verso gli altri ospiti...


Terza parte: i gesti del padrone

L'incarico più importante del padrone è quello di preparare il tè migliore della sua vita: per imparare quest’arte occorrono molti anni di pratica e dedizione. Il laboratorio si propone di fornire le regole fondamentali per le quali, in ogni caso, sono richiesti movimenti molto precisi.


Note
Ad ogni appuntamento la maestra spiegherà ai partecipanti la teoria e la storia delle varie cerimonie.

I partecipanti dovranno indossare abiti confortevoli ma sobri, di colore scuro: pantaloni comodi (soprattutto per stare seduti a terra per alcuni minuti) o gonna lunga, calzini di cotone preferibilmente bianchi, senza disegni. Vanno bene maglioni e
giacche di qualsiasi tipo, ma sempre con colori sobri (ad esempio non con oro o strisce gialle e rosse) e senza disegni vistosi e poco adatti all’atmosfera di lavoro.