Fukushima: 10 anni dopo
Cosa dobbiamo sapere. Cosa resta da fare.
L'11 marzo 2021 ore 11.30-12.30 in diretta online sul canale Facebook di Nipponica.
A 10 anni dal terremoto e dallo tsunami che ha causato il disastro nucleare di Fukushima, torniamo parlarne a Nipponica con due ospiti d’eccezione: Pio d’Emilia (corrispondente dall’Asia di Sky Tg24) e Doi Hideyuki (Università Ritsumeikan di Kyoto).
L’11 marzo 2011 un terremoto di magnitudo 9.0 ha scosso le profondità marine al largo delle coste del Tōhoku orientale provocando un terribile tsunami con onde alte oltre 10 metri capaci di muoversi a 750 chilometri all’ora. L’impatto con la costa è stato devastante spazzando via ogni cosa per chilometri e portando con sé migliaia di vite umane.
Sulla sua corsa l’enorme onda ha incontrato anche la centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi e ne ha superato le insufficienti barriere antitsunami causando guasti ingenti agli impianti.
Le conseguenti esplosioni, dovute all’interruzione del ciclo di raffreddamento dei reattori, hanno provocato le temute fuoriuscite radioattive che hanno trasformato un tragico incidente giapponese in un problema capace di toccare tutto il mondo.
Da allora Nipponica segue la vicenda impegnandosi in numerose iniziative di sensibilizzazione, approfondimento e sostegno concreto alla popolazione del Tōhoku.
Pio d’Emilia, autore del libro Tsunami nucleare e protagonista del documentario di Matteo Gagliardi Fukushima. A Nuclear Story, ha condotto le sue inchieste giornalistiche muovendosi all’interno della zona rossa (interdetta a chiunque) già nei giorni immediatamente successivi allo scoppio dei reattori della centrale di Fukushima Dai-ichi. I suoi reportage hanno continuato a informare, anche negli anni successivi, sull’evoluzione della situazione a Fukushima.
Doi Hideyuki, docente all’Università Ritsumeikan di Kyoto è da anni un prezioso collaboratore di Nipponica, soprattutto per la creazione di contatti con associazioni che hanno operato a sostegno della popolazione del Tōhoku. a lui, in particolare, si deve l’incontro con l’Associazione Watanoha Smile alla quale sono stati destinati i proventi delle raccolte fondi benefiche organizzati nell’ambito di Il Sole di Hiroshima.