Giappone: un universo culturale
Bologna, 20 ottobre-1 dicembre 2005
ciclo di conferenze
L’esperienza del vuoto nella tradizione giapponese
20 ottobre, ore 19
conferenza di Giangiorgio Pasqualotto (Università di Padova)
Aula Magna di S. Cristina, p.zza G. Morandi 2
I fondamenti del vuoto nel Buddhismo e nel Buddhismo zen. Le pratiche del vuoto nelle arti giapponesi: cerimonia del tè, architettura, music a
La partecipazione giapponese a Officina Asia
27 ottobre, ore 19
conferenza di Renato Barilli (Università di Bologna)
Aula Magna di S. Cristina, p.zza G. Morandi 2
La conferenza verterà sui 24 artisti giapponesi, presenti in Officina Asia, tenutasi nell'estate 2004 alla GAM di Bologna e in altri spazi di Cesena e Rimini. La tesi della mostra, e della conferenza, che trae vasto appoggio dalla nutrita schiera di artisti giapponesi invitati, consiste nel puntualizzare come il ricorso agli attuali strumenti tecnici (foto, video, installazioni, materiale verbale) porti a compattare l'arte di tutto il pianeta, quasi nel nome della famigerata globalizzazione; d'altra parte le varie aree continentali riescono ad applicare questi strumenti pur comuni a uno scavo nelle proprie radici, cosicché ne vengono esiti di grande originalità
La scultura buddhista giapponese
10 novembre, ore 19
conferenza di Alessandro Guidi (Università Cattolica di Milano)
In collaborazione con Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale, Bologna
Aula Magna di S. Cristina, p.zza G. Morandi 2
Quando venne introdotto in Giappone nel VI secolo, il Buddhismo portava con sé una tradizione iconografica che vantava già secoli di storia e che aveva attraversato molte regioni dell'Asia. Da allora il Giappone conobbe almeno sette secoli di straordinaria fioritura artistica nel campo della scultura buddhista, con immagini in bronzo, argilla, legno, lacca di grande bellezza
Fasto e sobrietà nel Giappone del XVI secolo
17 novembre, ore 19
conferenza di Giovanni Peternolli (Università di Bologna)
In collaborazione con Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale, Bologna
Aula Magna di S. Cristina, p.zza G. Morandi 2
Le due anime, i due poli dell'arte giapponese si rivelano magnificamente in questo periodo, il più aperto e avventuroso nella storia del Giappone pre-moderno: da un lato la sottile estetica della sobrietà, del non detto e del non finito, che trova espressione, ad esempio, nelle manifestazioni artistiche connesse alla cerimonia del tè; dall'altro l'eclatante profusione di oro, di lacche, di colori sgargianti nei grandi paraventi e in generale nelle arti patrocinate dai "nuovi potenti" della seconda metà del secolo
Le immagini del "mondo fluttuante"
24 novembre, ore 19
conferenza di Alessandro Guidi (Università Cattolica di Milano)
In collaborazione con Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale, Bologna
Aula Magna di S. Cristina, p.zza G. Morandi 2
La xilografia giapponese è qualcosa di unico nel panorama dell'arte mondiale. La corrente artistica denominata ukiyo-e ("immagini del mondo fluttuante"), fiorita soprattutto a Edo (l'attuale Tokyo) nel XVIII e XIX secolo, presenta infatti due caratteristiche apparentemente inconciliabili: una produzione di massa, con tirature di migliaia di copie, e un livello qualitativo tale da porre queste stampe ai vertici della grafica mondiale
La pittura del XVIII secolo a Kyoto
1 dicembre, ore 19
conferenza di Giovanni Peternolli (Università di Bologna).
In collaborazione con Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale, Bologna
Aula Magna di S. Cristina, p.zza G. Morandi 2
Se nel XVIII secolo a Edo, città dei samurai e della nuova borghesia, fioriva l'arte xilografica, a Kyoto, la vecchia capitale sede della corte imperiale, la pittura giapponese conosceva una delle sue stagioni più creative e variegate. Varie sono le tradizioni che raggiunsero livelli di assoluta eccellenza: dalla scuola Nanga, ispirata alla pittura colta cinese, alla scuola Rimpa, più radicata nella tradizione autoctona, alla scuola realistica Maruyama-Shijo, ai pittori influenzati dall'arte occidentale...
Ingresso libero