Omote – le maschere del teatro Nō
Torino, dal 14 novembre al 20 dicembre 2009
mostra di maschere promossa da Associazione culturale Yoshin Ryu con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Provincia e la Città di Torino, Nipponica.
La mostra “ OMOTE-le maschere del teatro Nō” , terzo capitolo del progetto pluriennale “ Giappone, lo spirito nella forma” che ogni anno rivela al pubblico un nuovo scorcio della cultura tradizionale del Giappone.
L’esposizione accompagnerà il visitatore nel fascino e nelle suggestioni della cultura giapponese, presentando nelle sale di Palazzo Barolo le opere del Maestro Nomura Ran e due kimono di proprietà della famiglia Umewaka, una delle più note famiglie di attori Nō del Giappone, insieme alle quali il pubblico potrà scoprire la magia del mondo del Teatro Nō e delle maschere che ne sono protagoniste.
Omote – le maschere del teatro Nō
Il teatro Nō non è sola rappresentazione scenica: la vicenda, gli attori, le maschere, la musica, la scenografia e il pubblico sono tutti “tasselli” fondamentali di un mosaico simbolico e ritualistico che ha radici profonde, e in cui lo spettatore deve essere consapevole di trovarsi di fronte a una trama teatrale che può rapportare a se stesso e alla sua vita.
La semplicità dello spazio scenico sottolinea ed esalta il valore archetipico del dramma, coinvolgendo lo spettatore nell’universo di valori e riferimenti simbolici e culturali richiamati dal teatro Nō. E’ la dialettica tra la scena, la ritualità del gesto degli attori, l’espressività delle maschere e il ritmo della musica Nō-gaku a permettere alla vicenda di dilatarsi ed esprimersi al di fuori delle tradizionali coordinate di spazio e tempo. Ne risulta un’immagine capace di suscitare profonde suggestioni sull’Uomo e le sue passioni, a cui il pubblico può accedere previa la conoscenza delle vicende narrate e la disponibilità ad abbandonarsi alle emozioni, partecipando nell’intimo alla rappresentazione.
L’attore Nō indossa sontuosi costumi, parrucche variopinte e le maschere ( omote ), protagoniste delle vicende: rappresentano dei, demoni, guerrieri o donne con lo scopo di far affiorare passioni, brame e sentimenti; tensioni profonde che si celano nella psiche umana. Nonostante la loro apparente “staticità” espressiva, le omote , grazie alla maestria di coloro che le intagliano seguendo secoli di tradizioni, riescono a permettere la manifestazione di un’ampia gamma di sentimenti, così come avverrebbe nel volto umano stesso. L’intagliatore prima, e l’attore successivamente, devono essere entrambi conoscitori della psiche umana e dei suoi travagli: le modificazioni degli stati d’animo sulla scena durante il dramma avvengono esclusivamente grazie alla capacità delle maschere di modificare espressione a seconda di come la luce rifrange sulle loro linee, e alla bravura dell’attore di compiere minimi movimenti per modificarne l’espressione, pur essendo praticamente impossibilitato alla vista. Giocando sugli effetti di rifrazione della luce da parte delle maschere, l’attore saprà far loro assumere stati d’animo differenti dando corpo all’intreccio delle vicenda e permettendo al pubblico di coinvolgersi e vivere, su di sé, le emozioni raccontate ed evocate nel dramma.
La maschera dunque, seppur intagliata nel legno, è non è definibile univocamente, così come lo sono gli stati d’animo umani. In un percorso fortemente simbolico ed emotivo, lo spettatore è condotto dalle maschere lungo un cammino religioso e magico, oltre che artistico, allo scopo di indagare le proprie emozioni e contraddizioni, rispecchiandosi nella realtà umana e dando a ciascuno la possibilità di rispecchiarvisi, per tentare di armonizzare le proprie tensioni.
Il percorso espositivo ha inizio con la presentazione di un video realizzato per la manifestazione con lo scopo di penetrare la suggestiva atmosfera del teatro Nō. Proseguendo nelle sale il visitatore incontra i disegni ed i bozzetti originali eseguiti dal Maestro Nomura, primo e fondamentale passo verso la costruzione della maschera. Fin da subito il pubblico è avvolto in un’atmosfera misteriosa e magica, grazie ad un allestimento che contraddistingue ormai la metodologia espositiva delle mostre curate dall’associazione Yoshin Ryu : un’ambientazione sonora, che segue i canoni della musica teatrale giapponese, un’illuminazione studiata scrupolosamente e l’utilizzo di strutture particolari per l’esposizione delle opere suggeriranno e susciteranno nel pubblico le emozioni e lo predisporranno a vivere un’esperienza estetica diversa e lontana dai comuni percorsi museali.
Ogni maschera sarà posizionata all’interno di vetrine trasparenti in gran parte trattenute in sospensione in modo da permettere di essere ammirate in ogni parte.
Venerdì 13 novembre 2009 ore 11.00 – Salone Centrale di Palazzo Barolo
Inaugurazione e Conferenza Stampa
Sabato 12 Dicembre 2009, ore 17:30 – Palazzo Barolo
Gakuya. Il volto segreto del Nō
conferenza di Matteo Casari (Università di Bologna)
(entrata con il biglietto della mostra)
Tutte le informazioni su www.mostra-giappone.it