Wabi Sabi Cyber 5. Culture e subculture del Giappone contemporaneo - Body&Robot edition
Bologna, 6 novembre 2014
giornata di studi
L'evento nasce dalla collaborazione di Nipponica con Alma Mater Studiorum-Università di Bologna e Università degli Studi di Napoli L'Orientale ed è curato da Giorgio Amitrano e Matteo Casari.
Con il sostegno dell'Istituto di Studi Avanzati dell'Università di Bologna.
Wabi Sabi Cyber – Cultura e subculture del Giappone contemporaneo giunge nel 2014 alla sua quinta edizione proseguendo l’indagine sulla cultura giapponese contemporanea, i suoi volti e i suoi apparentemente infiniti mutamenti: un mosaico di arti, linguaggi, fenomeni di costume e innovazioni che ovunque continuano a suscitare stupore e interesse.
Non solo manga e anime, ma anche letteratura, teatro, fotografia, estetica, filosofia e robotica i temi attraverso i quali esplorare il Giappone di oggi per meglio comprendere, alfine, il nostro presente così profondamente nutrito da un immaginario che ha travalicato i confini nipponici arrivando ad abbracciare buona parte del pianeta divenendone patrimonio comune.
La quinta edizione sarà dedicata al corpo, corpo come luogo di pratiche culturali e tecnologiche che lo rendono artificiale o, meglio, fatto ad arte.
Robot, automi, androidi, bambole meccaniche (karakuri ningyō), ma anche corpi sognati e fabbricati da ideologie e modelli socialmente accettati o rinnegati, si animeranno negli interventi dei relatori coinvolti.
PROGRAMMA:
ore 10.00 Saluti istituzionali
coordina Giovanni Azzaroni
ore 10.30
Meccanismi di umana perfezione: il corpo in scena tra karakuri ningyō e bunraku
Matteo Casari (Università di Bologna)
Le karakuri ningyō (bambole meccaniche) e le marionette bunraku possono essere equiparate, per efficacia teatrale e espressività, al corpo vivente dell’attore giapponese in scena: tutti modelli di corpi costruiti ad arte per incantare e suscitare l'interesse del pubblico.
ore 11.00
Corpo etnico e corpo acculturato. L'esperienza coloniale del Giappone in Micronesia
Chiara Ghidini (Università di Napoli "L'Orientale")
L’enfasi sulla differenza dei canoni di bellezza (soprattutto femminile) tradizionali giapponesi e quelli micronesiani, in un’epoca in cui il Giappone aveva già familiarizzato coi canoni occidentali, è un utile spunto per guardare ai canoni di bellezza della società nipponica odierna, in cui frequente è il ricorso alla cosmesi e alla chirurgia estetica per “correggere” tratti fisici considerati tipicamente giapponesi o estasiatici.
ore 11.30
Da Aphrodie A a Robot Girls Z: il ruolo delle donne robot negli anime
Gianluca Di Fratta (Napoli)
Da ancelle a madri, da elette a dominatrici le donne robot del cinema di animazione giapponese hanno vissuto una generale assuefazione al ruolo sociale riconosciuto alle donne in Giappone, ma al contempo esse forniscono un’interessante interpretazione del percorso evolutivo della condizione femminile nella società giapponese dagli anni Settanta a oggi.
ore 12.00
Mocking age: corpi reali e immagini di corpi in My Grandmothers di Miwa Yanagi
Paola Scrolavezza (Università di Bologna)
La senescenza e il deterioramento del corpo, soprattutto quando di donna, sono una delle più diffuse ossessioni delle società post-industriali. Obiettivo di questo paper è indagare le strategie attraverso le quali nella cultura del Giappone contemporaneo la corrosione a opera del tempo viene reinterpretata come punto di partenza per la sovversione delle categorie identitarie e di genere dominanti.
pausa pranzo
ore 14.30
Forme e pratiche del corpo: tra natura e artificio
Marcello Ghilardi (Università di Padova)
Sulla base dell'attuale concezione giapponese di "corpo" ci si dovrà chiedere in che modo le nozioni di "naturale" o "artificiale" possano descrivere i corpi dei soggetti umani, differenziandoli o avvicinandoli a quelli meccanici - fino a toccare alcune questioni di natura bioetica, ovvero sul controllo e la gestione del confine tra vita e morte, identità e alterità.
ore 15.00
Fisicità e comportamenti emergenti nei robot
Andrea Roli (Università di Bologna)
I robot con sembianze umane sono ormai una realtà. Accanto allo stupore generato dall'ammirare macchine così simili di aspetto agli esseri umani, è importante rilevare che la struttura fisica di un robot, qualunque essa sia, non ha solo implicazioni estetiche ma anche comportamentali legate all'interazione tra programma di controllo, corpo del robot e ambiente.
ore 15.30
Il Teatro degli androidi: la scena sperimentale di Oriza Hirata
Cinzia Toscano (Università di Bologna)
Le sperimentazioni del regista Oriza Hirata hanno introdotto l'androide nel mondo teatrale portando in scena robot che già da tempo, in Giappone, si erano inseriti in modo naturale in ambiti sociali e lavorativi quali l'assistenza alla persona e il contatto diretto con i clienti.
ore 16.00
iCub: a shared platform for research in developmental robotics
Giorgio Metta (Istituto Italiano di Tecnologia-IIT)
La manipolazione svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo delle capacità cognitive. Poiché molte di queste capacità non sono disponibili già alla nascita, ma si sviluppano durante la crescita, ci si propone di testare e sviluppare tale paradigma attraverso la creazione di un robot umanoide che ha le dimensioni di un bambino di tre anni e mezzo: iCub. iCub è distribuito come Open Source sotto la licenza GPL e può ora contare su una comunità mondiale di sviluppatori.
Ingresso libero
Luogo: Auditorium, Laboratori delle Arti, piazzetta Pasolini 5/B (accesso da via Azzo Gardino)- Bologna
Nipponica 2014 ha il patrocinio di:
Ministero degli Affari Esteri, Consolato Generale del Giappone, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Alma Mater Studiorum-Università di Bologna.
Doll Artist: Koalajoe