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Prenota il tuo bentō giapponese
Durante l'evento Il Sole di Hiroshima che si terrà il 6 agosto a Bologna sarà possibile gustare un bentō di cucina giapponese casalinga, consegnato appena preparato direttamente al Giardino del Cavaticcio.
Prenota online scegliendo tra i vari bentō messi a disposizione dal ristorante giapponese Yuzuya, a prezzo ridotto e contribuisci alla beneficenza.
Le prenotazioni sono aperte fino alle ore 12:00 del 5 agosto 2016.
Potrai inoltre scegliere l'orario in cui ritirare il tuo bentō.
Il pagamento verrà effettuato, in contanti (se puoi prepara l'importo esatto), al momento del ritiro.
Le prenotazioni del bentō sono chiuse.
Prenota il tuo piatto giapponese per il 6 agosto 2019
Durante l'evento Il Sole di Hiroshima che si terrà il 6 agosto 2019 a Bologna sarà anche possibile gustare cibo giapponese, consegnato appena preparato direttamente al Giardino del Cavaticcio da Zushi.
Prenota online scegliendo tra i vari piatti messi a disposizione da Zushi Ristorante Giapponese a prezzo ridotto e contribuisci alla beneficenza.
Le prenotazioni sono aperte fino alle ore 20:00 del 5 agosto 2019.
-LE PRENOTAZIONI SONO CHIUSE-
Potrai inoltre scegliere l'orario in cui ritirare il tuo bentō.
Il pagamento verrà effettuato, in contanti (se puoi prepara l'importo esatto), al momento del ritiro.
JLPT. Japanese Language Proficiency Test (Nihongo Nōryoku Shiken)
Ogni anno oltre 150.000 persone nel mondo affrontano il JLPT (Japanese Language Proficiency Test) o Nihongo Nōryoku Shiken, esame di abilità linguistica messo a punto dalla Japan Foundation e dalla Japan Educational Exchanges and Services che consente di ottenere la certificazione linguistica internazionale.
Il test si effettua dal 1984 in Europa e si tiene in Italia sempre la prima domenica di dicembre di ogni anno in tre sedi: Roma, Milano e Venezia.
Maggiori informazioni sul test di quest'anno sono disponibili sul sito web dell'Istituto Giapponese di Cultura di Roma (Japan Foundation).
La certificazione prevede cinque livelli di difficoltà, da N5 (la più semplice) a N1 (la più difficile):
- N1 – è richiesta la capacità di utilizzare il giapponese in tutte le circostanze. Esempio del test per conseguire N1.
- N2 – è richiesta la capacità di utilizzare il giapponese utilizzato nella vita di ogni giorno, anche nelle situazioni con un certo grado di difficoltà. Esempio del test per conseguire N2.
- N3 – è richiesta la capacità di utilizzare il giapponese utilizzato nella vita di ogni giorno, anche quello con qualche grado di difficoltà. Esempio del test per conseguire N3.
- N4 – è richiesta la conoscenza delle strutture grammaticali basilari; conoscenza di circa 200 ideogrammi e 800 vocaboli. Capacità di conversazione quotidiana e di leggere e scrivere brevi frasi in kana e kanji. Esempio del test per conseguire N4.
- N5 – è richiesta la conoscenza delle strutture grammaticali basilari; conoscenza di circa 100 ideogrammi e 800 vocaboli. Elementare capacità di conversazione quotidiana e di leggere e scrivere brevi frasi. Esempio del test per conseguire N5.
Questa classificazione è stata adottata dal 2010. Precedentemente era articolata su quattro livelli, dal Livello 4 (la più semplice ) a Livello 1 (la più difficile)
La corrispondenza tra i nuovi ed i precedenti livelli è la seguente:
- N1 – corrisponde al Livello 1, ma un po' più avanzato
- N2 – corrisponde al Livello 2
- N3 – è di nuova introduzione, e rappresenta un livello intermedio tra il Livello 2 e 3
- N4 – corrisponde al Livello 3
- N5 – corrisponde al Livello 4
Altre informazioni sul test sono disponibili sul sito web JLPT.
Il Sole di Hiroshima: tutte le edizioni
- Il Sole di Hiroshima 2016
Bologna, Parco del Cavaticcio
Metà dei fondi raccolti andranno ad Abio Bologna, un'associazione di volontariato che opera nel reparto di chirurgia pediatrica dell'Ospedale Maggiore di Bologna e nella pediatria dell'Ospedale di Bentivoglio. La restante metà sarà invece devoluta a favore della NPO giapponese Watanoha Smile, impegnata nel sostegno dei bambini della scuola elementare.
- Il Sole di Hiroshima 2015
Bologna, parco del Cavaticcio
L'intero ricavato delle serata è stato devoluto in beneficenza in parti uguali a favore dell'Associazione Giapponese Watanoha Smile, impegnata nel sostegno dei bambini della scuola elementare “Watanoha” di Ishinomaki, gravemente danneggiata dallo tsunami che ha colpito il Giappone nel marzo 2011 e del Comune di Novi di Modena, coinvolto nel terremoto del maggio 2012, per l'allestimento di un parco giochi, ParcoBaleno, nell'area in cui, prima del sisma, sorgeva una scuola elementare.
- Il Sole di Hiroshima 2014
Bologna, parco del Cavaticcio
Il ricavato della serata è stato impiegato in parti uguali a sostegno dell'Associazione Giapponese Watanoha Smile, progetto di ricostruzione della Scuola Elementare “Watanoha” di Ishinomaki, distrutta dal sisma che ha colpito il Giappone nel marzo del 2011, e del ripristino della Scuola Materna Statale “Montessori” di San Felice sul Panaro (MO), danneggiata dal terremoto del maggio 2012.
- Il Sole di Hiroshima 2013
Napoli, lungomare Piazza Vittoria
I fondi raccolti sono andati a favore dell'Associazione Giapponese Watanoha Smile, che svolge in Giappone attività di sostegno ai bambini dopo lo tsunami dell'11 marzo 2011, e a favore della Città della Scienza di Napoli, dopo l'incendio del 4 marzo 2013. - Il Sole di Hiroshima 2012
Bologna, parco del Cavaticcio
I fondi raccolti sono stati devoluti a favore della ricostruzione della scuola elementare di Watanoha (Ishinomaki-Giappone) distrutta dallo tsunami dell’11 marzo 2011 e della ricostruzione dell'Istituto Scolastico Comprensivo di Crevalcore (Bologna) dopo gli eventi sismici in Emilia-Romagna.
- Il Sole di Hiroshima 2011
Bologna, Giardini Margherita
La raccolta fondi è andata a favore della ricostruzione di una scuola del Comune di Minamisoma (Giappone-Tōhoku) compresa nell'area rossa dei 20 chilometri dalla centrale nucleare.
- Il Sole di Hiroshima 2009
Parma, Lago del Parco ducale
Bologna, Giardini Margherita
L'intero ricavato della serata è stato devoluto in beneficenza all'orfanotrofio Shungu Dzevana Trust di Harare (Zimbabwe) che cura 500 bambini.
Ripresa corsi di giapponese
Se hai frequentato un corso Nipponica e vuoi ricominciare a studiare il giapponese, o se intendi ripetere il corso che non hai potuto seguire al meglio, da oggi e fino al 31 gennaio 2020 potrai iscriverti con uno sconto del 25% sulle quote previste. Lo sconto non è cumulabile con quello per i possessori di NipponiCard.
Queste le quote a te riservate:
Corso Base I (150 ore)
- quota intera: € 1075,00
- quota scontata: € 800,00
Corso Base II (160 ore)
- quota intera: € 1200,00
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Modulo d’iscrizione al Corso di lingua cinese intermedio
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Modulo d’iscrizione al Corso di lingua cinese Base II
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Modulo d’iscrizione al Corso di lingua giapponese mantenimento N3
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Modulo d’iscrizione al Corso di lingua giapponese Base II
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Staff Organizzazione & Comunicazione
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- servizi di traduzione e interpretariato
- corsi di orientamento culturale (generali e per specifici ambiti)
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Come stipulare la convenzione
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Stipulando online e in modo totalmente gratuito la convenzione:
- si potrà godere della visibilità che possiamo offrire ai nostri partner;
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La NipponiCard è nominale, dotata di codice a barre e ha validità annuale.
La NipponiCard è nata da pochissimo e ad oggi abbiamo già un elenco di partner che va ampliandosi continuamente.
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Le aziende convenzionate
L'elenco delle aziende convenzionate e degli sconti previsti viene continuamente aggiornato con nuove convenzioni.
Nipponica - Bologna
Sconto del 10% su tutti i laboratori, seminari e corsi
Acqua Calda per il Tè - Bologna
Rivenditore di tè ed infusi, spezie, ceramiche
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Aikido Fujinami - Bologna
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ABC Aikikai Bologna Centro Dojo Aikido - Bologna
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CSI polisportiva Casalecchio - Bologna
Palestra Judo
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Hal Milano di Keiko Vismara
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You&Tea - Ferrara
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Japan Primavera - La Spezia
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Associazione La Comune - Milano
Corsi di Aikido, Katori Shinto ryu, Hoki ryu, Judo, Jiu Jitsu
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Chà Tea Atelier - Milano
Tea shop con tea room
10% di sconto sull'acquisto dei tè, tisane e infusi.
Crespi Bonsai - Milano
Natura a misura d'uomo
Sconto 10%, ad esclusione di prodotti già in promozione, attrezzi Masakuni, cataloghi Kokufu, esemplari e vasi da collezione.
Edo Japanese Style - Milano
Show room/arredamento e accessori giapponesi, allestimento giardini giapponesi e vivaio bonsai
Sconto 10% (escluse promozione)
Gorin Bushidokai a.s.d. - Milano
Aikido
Sconto 15% sui corsi di Aikido dai 14 anni in su
La teiera eclettica - Milano
Atelier tè e tea room
Sconto 10% su tè sfusi giapponesi
Oltre lo spazio - Milano
Attività formative e ricreative legate all'arte ed alle discipline orientali
Sconto 10% su corsi di lingua giapponese, sessioni di meditazione, trattamenti shindo, stage e seminari proposti periodicamente.
Planetaria hotels - Milano, Genova, Firenze e Roma
Alberghi 4 e 5 stelle
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Surimono - Milano
Arredo, abbigliamento, accessori, oggettistica giapponese
sconto 10%
Sushi life tozai - Milano
Scuola di sushi e cucina giapponese
Sconto 10% su corsi di sushi e cucina giapponese
Tanabata - Milano
Oggettistica giapponese, arte, cultura e libri
Sconto 10%
Aikido Club Modena dal 1980, Centro Formazione - Modena
Aikido,Yoga, Karate e Fitness
Sconto 10%
Ancritour - Roma
Agenzia Viaggi e Tour Operator operante dal 1993, garantisce serietà e massima assistenza alla propria clientela.
Sconto su quote da catalogo, al netto di supplementi, tasse, assicurazione e quote iscrizione, con i seguenti Tour Operator:
Sconto 10% su: Veratour, Alpitour, Francorosso, Karambola, Swan Tour, Viaggidea, Costa Crociere, Th Resorts, Blu Serena, OTA Viaggi, Press Tours, Idee per Viaggiare
Sconto 7% su: Quality Group, Tours Service
Quotazioni personalizzate per viaggi Giappone con possibilità di corsi culinari.
Casa del fumetto - Roma
Fumetteria
Sconto del 5% (ad esclusione di offerte e prodotti segnalati prima dell'acquisto)
CENTRO HŌDO - La terra del Dharma - Roma
sedute e giornate di meditazione zen, lezioni e seminari di hatha yoga, incontri e stage di biodanza e di espressione corporea
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Fumetteria dott comics & miss manga - Roma
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Fumetteria
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Nipponia - Roma
Importazione e distribuzione di ingredienti e accessori per la cucina giapponese
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Kao`s - Siena
Bottega giapponese di Alimentari, abbigliamento, oggettistici, accessori originali Kao`s
Sconto 5% ad eccezione di prodotti già in promozione
Fumetteria Tales of Comics - Torino
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Mondiversi, It's a different World - Torino
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Nuova Shobudo - Torino
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Corsi di lingua
La lingua è lo strumento migliore per conoscere a fondo una cultura.
I corsi rientrano nel progetto di Nipponica di diffusione della cultura e per favorire la massima partecipazione i costi sono bassissimi (tra 7 e 8 € l'ora a seconda del livello) e vengono offerte agevolazioni e sconti.
I motivi per cui scegliere un nostro corso:
- Oltre 15 anni di esperienza
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- docenti professionisti e madrelingua
- i costi più bassi
- preparazione alla certificazione linguistica internazionale
Corsi di lingua giapponese
I corsi sono online. Richiedi subito la scheda informativa, le iscrizioni sono aperte!
Contatti
Direttore artistico
Matteo Casari
Sede operativa
via Garofalo 6
40124 Bologna
Per informazioni
tel: 051 381694 - 338 8860975
e-mail:
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Staff Organizzazione
Matteo Casari
Marisa Cortese
Simona De Nicola
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Comunicazione e Ufficio stampa
Giorgia Olivieri 329 6128883
Sveva Carnevale 331 6103336
ufficiostampa@nipponica.it
Social media manager
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Graphic design
Jean-Claude Capello
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www.jeanclaudecapello.com
Collaborazioni e Partner
Nel corso degli anni il festival di cultura giapponese Nipponica è stato patrocinato e sostenuto da istituzioni enti e aziende, tra cui:
Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana
Ambasciata del Giappone, Roma
Consolato Generale del Giappone, Milano
Istituto Giapponese di Cultura - The Japan Foundation, Roma
Fondazione Italia Giappone
Regione Emilia-Romagna
Provincia di Bologna
Provincia di Parma
Comune di Bologna
Comune di Parma
Comune di Napoli
Comune di Padova
Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura, Bologna
Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia, Milano
Camerca di Commercio di Parma
Kameyama Design, Tokyo
Alma Mater Studiorum-Università di Bologna
Università di Tokyo
Tokyo University of Foreign Studies, Tokyo
Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
AISTUGIA, Firenze
IsIAO Emilia-Romagna, Ravenna
Centro Dante Alighieri, Tokyo
Ha inoltre collaborato con diversi enti, associazioni e aziende, tra cui:
Centro Studi d'Arte Estremo Orientale
Museo Civico Archeologico, Bologna
Museo della Musica, Bologna
Teatri di Vita, Bologna
CANGO-Cantieri Goldonetta
FIKTA
Comune Shiodome, Tokyo
Biblioteca La Casa di Khaoula di Bologna
Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi di Parma
Change Performing Arts, Milano
Teatro in polvere, Milano
Toyota
Subaru
A.S.C.I.G, Ravenna
Manekineko, Bologna
Italian Koi Show, Cesena
Zushi, Bologna
Manoteca, Bologna
Idealex, Bologna
Origami di Nipponica
Nipponica organizza laboratori e propone allestimenti per esposizioni, installazioni artistiche, mostre di origami, creazioni originali.
Origami (折り紙), il cui termine deriva da ori (piegare) e kami (carta), è l'arte di piegare la carta creando oggetti e forme infinite.
Legato alla filosofia zen, l'origami giapponese è caratterizzato dalla predilezione per l'astrazione e l'essenzialità delle pieghe: è la fantasia dell'osservatore a completare la figura rappresentata con semplicità ed eleganza.
Come ogni manifestazione espressiva anche l'origami ha conosciuto fasi diverse di sviluppo. A partire dalle epoche più antiche fino ai giorni nostri molteplici modelli, da quelli più astratti e geometrici a quelli più facilmente riconducibili a forme note, si sono accumulati nell'esperienza di generazioni e generazioni di maestri, allievi, appassionati e anche sperimentatori.
Nipponica organizza laboratori di origami per adulti e per bambini, anche tematici o dedicati a eventi specifici.
Inoltre, svolge progetti dedicati agli origami per le scuole.
Lo staff di origamisti di Nipponica, coordinato da Marisa Cortese, propone allestimenti per esposizioni, installazioni artistiche, mostre.
Tra gli eventi e le attività curate da Nipponica:
Origami. Universi di carta
mostra
In mobile carta. Design e origami in musica
mostra
L'arte tra le pieghe: Christmas origami
laboratorio tematico
L'arte tra le pieghe: decorare con gli origami
laboratorio tematico
L'arte tra le pieghe: origami utili
laboratorio tematico
L'arte tra le pieghe: origami party
laboratorio tematico
In mobile carta. Design e origami in musica
mostra
Origami. Creare con la carta
laboratori tematici per adulti
Il Giappone fra le pieghe. Origami
laboratori tematici per adulti
Origami. L'armonia prende forma
laboratori per bambini
Missioni Don Bosco. Origami per la campagna 5X1000
video
Missioni Don Bosco. Origami per donazioni
video
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Il teatro kabuki
La storia del kabuki è spesso descritta raccontando le vicende delle famiglie di attori che ne hanno tramandato l’arte: Ichikawa, Matsumoto, Onoe, Nakamura, Sawamura, Ichimura, Bandō, Kataoka, per citare solamente le principali. L’assoluta supremazia degli attori è confermata oggi nei programmi di sala, che relegano gli autori dei drammi in posizioni secondarie (e talvolta non vengono neppure citati). Tra il pubblico ben pochi prestano attenzione o si curano dei successivi adattamenti e delle riduzioni dei lavoro proposti, interessandosi soprattutto degli interpreti e delle messe in scena. […]
Secondo la poetica kabuki l’attore “deve entrare nel modello e poi distruggerlo”: ciò significa che l’attore in primo luogo assimila tutti gli elementi della tradizione, poi li elabora secondo la propria personalità e capacità. […] Per seguire la via del kabuki l’attore deve sottoporsi a una rigida disciplina e ad un duro lavoro, un algido spirito critico deve informare tutta la sua vita: se al termine dei lunghi anni di training iniziale, almeno dieci anni, è giudicato favorevolmente può sottoporsi al severo giudizio del pubblico. La professione dell’attore kabuki è ereditaria e la maggior parte discende direttamente o indirettamente dalle antiche famiglie di attori. […]
Nel kabuki l’attore è al centro dell’azione scenica e ne condiziona il divenire con un vocabolario di tecniche espressive gradualmente codificato negli anni. I modelli di recitazione sono chiamati kata e la recitazione, l’azione, la mimica e il movimento scenico ne sono elementi costitutivi; ogni famiglia ha uno stile di recitazione. […] Probabilmente il mie è il più importante e pertinente tra tutte le kata, quello per cui un attore è attribuita la qualifica di grande o di mediocre. […] Per realizzare il mie, l’attore si carica di energia, cerca una posizione per le gambe e le braccia, gira il capo con movimento circolare e con un rapido e deciso arresto della testa si blocca in una posa dinamica. Il mie ‘carica’ gli attori e il pubblico: esteriormente è un movimento statico, tutto sembra fermo, i muscoli sono rilassati, mentre internamente tutto si muove, anche a livello mentale. L’azione base, comune a tutti i tipi di mie, è l’inspirazione (il respiro va trattenuto per tutta la durata dell’esecuzione); il mie non è mai casuale e deve essere studiato e realizzato pure sulla struttura fisica degli attori per adattarvisi, al fine di perseguire e raggiungere l’ideale di massima bellezza.
Estratti da: Giovanni Azzaroni, Dentro il mondo del kabuki, CLUEB, Bologna, 1988.
Il Kyōgen
Il kyōgen è una delle più antiche e importanti tradizioni teatrali viventi del Giappone [risalente al XIV-XV secolo]. Il riconoscimento del suo alto valore teatrale e artistico è acquisizione assai recente, risalente solo alla metà del Novecento: “nel mezzo secolo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il kyōgen è riuscito per la prima volta nella sua storia ‘a raggiungere il nō’”. Prima di allora, infatti, era considerato un genere minore, capace di suscitare interesse solo in funzione del suo apparentamento al teatro nō: poco più di una farsa comica utile a riempire il tempo tra un’opera e l’altra o uno stratagemma tecnico per consentire allo shite di cambiare costume tra il primo e il secondo atto di un dramma. Il carattere comico e l'accento franco e popolare, sue marche emblematiche, sono state a lungo utilizzate per motivarne la subalternità – quando non inferiorità – al colto, nobile e raffinato nō. […]
Se l’imitazione (monomane) è un tratto comune ai due generi [nō e kyōgen] gli oggetti e i soggetti dell’imitazione differiscono: dal piano aulico, ultramondano, abitato da ninfe celesti, spiriti di guerrieri valorosi, divinità maestose e dame d’ineffabile bellezza, si scivola sul terreno, prosaico mondo quotidiano perso nell’assurdità della vita ordinaria fatta di uomini, donne, animali, spiriti e divinità di dubbia grandezza e moralità. […]
Le storie portate in scena dal kyōgen sono molto semplici e basate su un plot pressoché fisso in cui il protagonista e il deuteragonista creano coppie assurde e surreali nonostante i personaggi rappresentati siano prelevati direttamente dalla quotidianità: signori arroganti e ignoranti accompagnati da servi furbi oppure tonti, giudici disonesti e ladri improbabili, mariti in cerca di avventure amorose bacchettati da consorti bisbetiche, demoni e divinità gabbati da uomini scaltri e poco inclini al sacro e, ovviamente, monaci del tutto dimentichi dei propri voti. I bisogni e gli istinti bassi che governano l'agire dell'uomo, sovente alimentati da abbondanti libagioni di sake, muovono al fondo ogni vicenda. […]
Fonte di riso sono anche il sapiente uso del meccanismo della ripetizione che si esplicita nell’allitterazione verbale e fisica, e l’effetto contrastivo provocato dalle posizioni statiche al limite dello ieratico contraddette dall’assurdità e dal ritmo della dizione: nel kyōgen “il ritmo è più veloce della vita”. […]
La scena è identica a quella del nō ma, se possibile, ancora più vuota accentrando ancor più sull’attore tutta la responsabilità dello spettacolo. Gli interpreti, sempre pochi, si suddividono in shite (protagonista), ado (primo comprimario) e koado (secondo comprimario): celebre, perché protagonista in numerose vicende, la coppia di servitori – a volte scaltri, a volte ingenui, a volte bastonati, spesso ubriachi – formata da Tarō Kaja e Jirō Kaja. Null’altro che il corpo e la voce sostengono in scena gli attori – orfani anche dell’orchestra e di ogni elemento musicale –, nessun apparato o oggetto scenografico se si escludono il ventaglio – che può immaginariamente trasformarsi in qualunque cosa – e un grande piatto grazie al quale il sake scorre a fiumi nelle avide gole dei personaggi. […]
Estratti da Matteo Casari, Kyōgen: i fondamenti teatrali del comico in Giappone, in Giovanni Azzaroni – Matteo Casari, Asia il teatro che danza, Le Lettere, Firenze, 2011, pp. 296-302.
Il teatro nō
Con l’avvento al potere degli shōgun Ashikaga [XIV secolo] il clima culturale mutò radicalmente con l’affrancamento dalle influenze sociali e spirituali della Cina. La filosofia buddhista zen, non solo di pertinenza dei monaci, ma “qualche cosa che ciascuno può fare”, influenzò profondamente la società e le arti permeandole di un sentimento di dolce e cosciente malinconia, portato di un percorso che si indirizzava verso la ricerca della verità e l’annullamento del dolore. L’arte drammatica non fu immune da questa temperie e maturò una evoluzione che lentamente la portò ad affermarsi come teatro d’arte. Non esistono documenti storicamente certi sui modi e i tempi della trasformazione del sarugaku e del dengaku in teatro d’arte, tuttavia è possibile affermare che il teatro classico oggi chiamato nō (vocabolo sino-giapponese che significa abilità, talento, arte: in origine connotava le capacità dell’attore, in seguito indicò le caratteristiche dell’interpretazione e infine le peculiarità del dramma) è stato l’impareggiabile risultato del raffinamento e dello sviluppo del sarugaku no nō, dovuto al geniale attore Kan’ami Kiyotsugu (1333-1384) e a suo figlio Zeami Motokiyo (1363-1444), che ne postulò i fondamenti teorici.
Il nō è dunque “il culmine delle numerose forme di drammi danzanti che lo precedettero. In esso sono amalgamate una verietà di tecniche e di influenze. Il risultato è una sintetica forma d’arte vicina alla perfezione” (Bowers); delllo stesso avviso è W. G. Aston, il quale sostiene che “allorché la danza e la musica delle kagura furono integrate dal dialogo parlato, il nō ne fu il risultato”. […]
Particolarmente importante è il rapporto dell’attore con il pubblico, referente privilegiato del suo lavoro: per un maestro è possibile, sin dalla prima occhiata, percepire se il dramma avrà successo, se la sua recitazione sarà in armonia con i sentimenti degli spettatori. La perfezione è originata dal punto in cui si equilibrano lo yin e lo yang: poiché il giorno è un ambiente yang per creare interesse l’attore deve dar vita a una situazione yin e viceversa; in caso contrario non potrebbe esservi equilibrio e pertanto non esisterebbe interesse. […] con l’esercizio e lo studio costanti sarà possibile giungere alla completa padronanza dell’arte scenica, alle condizioni dello sbocciare del fiore, e cioè la concordanza delle relazioni tra l’attore e lo spettatore. Il fiore è un epifenomeno, è l’interessante, l’insolito, è quell’incanto che sorprende e conquista lo spettatore, è quell’emozione che il pubblico non si aspetta, è una disposizione psichica che rifugge dal realismo grossolano. […]
Estratti da: Giovanni Azzaroni, Teatro in Asia – Malaisya, Indonesia, Filippine, Giappone, CLUEB, Bologna, 1998, pp. 284-305.
Il bunraku
Il bunraku non nasce per gemmazione o distacco diretto da una atavica pratica rituale ma dalla felice confluenza di tre arti, quelle della manipolazione, della narrazione e dell’accompagnamento musicale dello shamisen, in un linguaggio nuovo e immediatamente votato all’intrattenimento. La fusione di queste tre arti (sangyō) ha dato luogo a quella che è stata definita “la più raffinata forma di teatro di marionette nel mondo” e che molti considerano allo stesso modo nel più ampio novero del teatro tout court. […]
Nei secoli trascorsi dalle prime rappresentazioni si sono alternati sulle scene diversi tipi di burattino e la marionetta bunraku che noi conosciamo, quella estremamente raffinata, arricchita di prodigiosi meccanismi per variare l’espressione del volto o articolare le dita delle mani e mossa in scena da tre manipolatori in contemporanea si affermerà solo verso il 1740, ossia oltre due secoli dopo la nascita del bunraku. L’iniziale successo del genere, e il motivo di primario interesse del pubblico popolare che ne ha sostenuto gli inizi, risiedeva nella narrazione, una pratica di intrattenimento che i giapponesi hanno sempre prediletto. […]
I nuovi modelli, molto più grandi e pesanti dei precedenti, necessitano ora di tre operatori che li agiscano in simultanea. I manipolatori, che in scena e sono perfettamente visibili al pubblico, si istituzionalizzano in ruoli con precise incombenze e corrispondenti livelli gerarchici. […] Gli operatori, che per convenzione sono invisibili al pubblico, entrano in scena vestiti di nero e col volto coperto da un cappuccio di garza dello stesso colore che ne annulla la soggettività. L’unico, salvo rare eccezioni, a performare a volto scoperto e a poter evitare l’abito nero è lo omozukai [manipolatore principale] che ha però l’obbligo di mantenere una impassibile espressione del volto – analoga allo zeamiano volto di pietra – per non privare la marionetta della sua centralità espressiva. […]
L’architettura teatrale bunraku contribuisce a rinforzare l’effetto estetico che maggiormente caratterizza questo genere e che potremmo definire sbrecciatura. Il palcoscenico, posto frontalmente al pubblico, è più largo che profondo e suddiviso in tre piani successivi – dal fronte al fondo scena – marcati da tre balaustre (tesuri) di altezze differenti che nascondono il piano per consentire una migliore riuscita degli effetti di manipolazione. La pedana del chobo, dalla quale si propagano le voci dei personaggi e il commento sonoro della vicenda, è decentrata sulla parete di destra esternamente al palcoscenico. Il flusso spettacolare, quindi, non è univoco e allineato bensì scisso in due differenti canali che entrano in competizione dinamica frantumando, di fatto, la possibilità di una totale immersione nella diegesi. Ciò produce, nuovamente, la dialettica del binomio natura-artificio ribadita inoltre dall’effetto straniante della compresenza animata dei manipolatori che agiscono e vivificano la presenza altrimenti inanimata della marionetta.
Estratti da Matteo Casari, Bunraku: il teatro giapponese delle marionette, in Giovanni Azzaroni – Matteo Casari, Asia il teatro che danza, Le Lettere, Firenze, 2011, pp. 189-196.
祭 Le feste giapponesi
1 Gennaio – Shogatsu 正月
Capodanno
La mattina di Shōgatsu (gantan) le famiglie mangiano l’ozooni e l’osechi-ryōri (cibi caratteristici del Capodanno) per la celebrazione dell’anno nuovo mentre i bambini ricevono l’otoshidama (strenna di Capodanno) dai genitori. È abitudine fare la prima visita dell’anno (hatsumōde) a un tempio o un santuario per pregare per la felicità nell’anno appena iniziato. Poiché i pini (matsu) e i bambù (take) decorano le porte delle case e dei negozi nei primi sette giorni del mese, questi sono detti matsu no uchi. A capodanno, le cartoline d’auguri vengono consegnate tutte nel stesso giorno.
Secondo lunedì di gennaio - Seijin no hi 成人の日
Festa dei maggiorenni
Si celebrano i giovani che passano all'età adulta (vent'anni). I “nuovi adulti” si vestono in modo molto elegante e partecipano alle cerimonie in cui la comunità li omaggia offrendo loro regali. La festa è abbastanza recente ma ricorda un fatto risalente all’VIII secolo.
3 Febbraio - Setsubun 節分
Festa del lancio dei fagioli
È il giorno che divide due stagioni, secondo il calendario lunare. Tra i riti che si svolgono per esorcizzare le negatività dell'anno precedente c’è il mamemaki che prevede di lanciare i fagioli di soia fuori dalla porta di casa per scacciare gli spiriti malvagi.
3 Marzo - Hina Matsuri 雛祭り
Festa delle bambine
Le famiglie giapponesi mettono in mostra le bambole hina che rappresentano la corte del periodo Heian (VIII-XII secolo).
Tra le varie cerimonie, bambole di carta fatte dalle bambine vengono messe su barchette di paglia e lasciate fluttuare alla deriva su un fiume nella speranza che lo scorrere dell’acqua porti con sé anche gli spiriti cattivi.
14 Marzo - White Day ホワイトデー
I ragazzi fanno regali alle ragazze
I ragazzi fanno regali alle ragazze da cui hanno ricevuto cioccolatini a San Valentino. Il regalo – dolciumi, gioielli, lingerie o peluche – deve essere di colore bianco e, secondo la regola detta sanbai gaeshi, dovrebbe costare almeno tre volte di più di quello ricevuto a San Valentino.
21 Marzo - Shunbun no hi 春分の日
Equinozio di primavera
Mentre la natura si risveglia, le famiglie chiedono protezione agli antenati adornandone di fiori ed incensi le sepolture. Per rallegrarli vengono simbolicamente offerti loro gli ohagi, dolcetti di farina di riso.
3 Aprile – Hanami 花見
Festa per la fioritura dei ciliegi
I giapponesi si incantano davanti alla fioritura degli alberi, in particolare dei ciliegi. Amano le piogge di petali portati dal vento e passeggiare nei parchi fermandosi sotto i ciliegi in fiore per rilassarsi e mangiare e bere allegramente in compagnia.
4 Maggio - Midori no hi みどりの日
Giornata della natura
Si celebra l'amore verso la natura. Vengono piantati nuovi alberi, ripulite aree verdi e si organizzano momenti di riflessione e conferenze sullo sviluppo sostenibile e l'ambiente.
5 Maggio - Kodomo no hi こどもの日
Festa del bambino
Si celebra la felicità dei bambini. Le famiglie realizzano aquiloni a forma di carpa (koinobori) per i bambini: le carpe-aquilone fluttuano alte nell’aria e sono simbolo di energia virile, perseveranza e tenacia. Le foglie di quercia e il bambù, rispettivamente simbolo di forza e bravura, sobrietà morale e perseveranza nelle avversità, sono emblemi della festa e vengono associati ai cibi.
7 Luglio – Tanabata 七夕
Festa delle stelle innamorate
Secondo la leggenda i due innamorati Hikoboshi (la stella Altair) e Orihime (la stella Vega) vivono separati dalla Via Lattea e solo in questo giorno è loro concesso di incontrarsi. Le strade sono decorate con lampade e strisce di carta colorate appese a rami di bambù, su cui si scrivono i propri desideri.
15 Luglio - Umi no hi 海の日
Festa del mare
Le spiagge si affollano e vengono organizzati eventi dedicati soprattutto ai bambini. La festa è un segno di gratitudine verso il mare e l’acqua per tutti i benefici che donano all’uomo.
13 Agosto – Bon 盆
Festa degli antenati
L’annuale festa buddhista per commemorare l’anima degli antenati, bon, è una festa allegra che si tiene, solitamente, tra il 13 e il 15 agosto. Si dice che in quei giorni le anime degli antenati ritornino a casa e, per accoglierle, le famiglie accendano un fuoco di benvenuto (mukaebi) vicino all’ingresso di casa. Finito il bon, invece, si accende un altro fuoco (okuribi) che accompagnerà le anime durante il viaggio di ritorno nell’aldilà.
Durante il bon si eseguono danze folkloristiche popolari (bon odori) ed esibizioni di fuochi d’artificio. Le famiglie visitano le tombe degli antenati.
16 Settembre - Keiro no hi 敬老の日
Festa degli anziani
Si celebra la longevità degli anziani e si offrono preghiere per la loro salute. L’anzianità è saggezza e questa viene riconosciuta ufficialmente anche dal governo attraverso particolari onorificenze. Il Giappone è il Paese più longevo al mondo e conta oltre 30.000 ultracentenari.
14 Ottobre - Taiiku no hi 体育の日
Festa dello sport e del benessere
Molte scuole organizzano manifestazioni simili a mini olimpiadi. In quest’occasione si ricorda l’importanza di essere sportivi non solo in una gara ma anche nella vita: lo sport aiuta il benessere del corpo ma insegna anche a godere delle vittorie e ad accettare le sconfitte.
3 Novembre - Bunka no hi 文化の日
Festa della cultura
Si svolgono attività per promuovere la cultura, le arti e la ricerca. Parate, esibizioni e premiazioni di artisti e studenti vengono organizzate per ricordare che a tutti, nella vita, deve essere data l’opportunità di esprimere il proprio talento.
15 Novembre – Shichi-go-san 七五三
Festa dei bambini di 3, 5 e 7 anni
Shichi-go-san significa letteralmente sette-cinque-tre. In questo giorno si celebra la crescita dei bambini di tre e cinque anni e delle bambine di tre e sette anni. I bambini e le bambine indossano abiti formali, fanno visita ai santuari shintoisti e vengono fatte foto ricordo.
23 Dicembre -Tenno Tanjobi 天皇誕生日
Compleanno dell’Imperatore
L’Imperatore è il simbolo della nazione giapponese. Durante questa festa il palazzo imperiale, in genere chiuso al pubblico, apre le sue porte per accogliere la gente che giunge a salutare l'Imperatore che, assieme alla sua famiglia, appare dal balcone del palazzo per ricevere gli auguri.
31 Dicembre – Oomisoka 大晦日
L’ultimo giorno dell’anno
Il rito più importante si svolge a mezzanotte: nei templi buddhisti si suonano 108 rintocchi di campana per scacciare i peccati e allontanare l’attaccamento alle cose terrene.
Si fanno grandi pulizie per eliminare lo sporco dell'anno passato, si saldano i debiti, si rinnova il guardaroba.
La vigilia di Capodanno, detta toshikoshi soba (soba di fine anno), prevale la consuetudine di mangiare soba, una pasta lunga di grano saraceno.
Tōrōnagashi e Obon
Tōrōnagashi: la cerimonia delle lanterne galleggianti
La cerimonia delle lanterne galleggianti (tōrōnagashi) è un rituale giapponese che si svolge in genere durante la festa dell'Obon.
In alcune circostanze la cerimonia tōrōnagashi viene celebrata al di fuori dell'Obon, come nel caso di Hiroshima e Nagasaki, città che commemorano rispettivamente ogni 6 e 9 agosto con le lanterne galleggianti la tragedia atomica che le ha colpite.
Ognuno decora la propria lanterna con messaggi destinati ai propri cari, con un desiderio o un pensiero di pace e la affida all'acqua che la sostiene e alla fiamma che la illumina.
Obon: la festa dedicata agli antenati
Lo Obon è una festa dal tono gioioso dedicata al culto degli antenati e si svolge, a seconda delle diverse regioni, tra il primo e il quindici di agosto. Durante l'Obon si svolgono danze, canti e pasti collettivi oltre alle preghiere.
Il primo riferimento storico all’Obon risale all’VIII secolo. Il nome rimanda a pratiche di derivazione indiana giunte in Giappone attraverso il filtro della Cina e del Buddhismo: l’Estremo Oriente ha fatto propri questi culti dedicandoli agli antenati.
Il 1 agosto le anime degli antenati iniziano il loro cammino dall’aldilà verso il mondo dei vivi, mentre gli uomini liberano dalle erbacce o dagli ingombri i sentieri e le strade che conducono alle case.
Il tredicesimo giorno si accende un grande fuoco e si costella con piccoli falò il percorso che ogni anima dovrà fare verso la casa di famiglia sull’uscio della quale un altro fuoco segnalerà l’arrivo a destinazione. Quando il buio è completo il capofamiglia dà il benvenuto agli antenati e la famiglia si ritrova al suo completo per trascorrere assieme un breve ma significativo lasso di tempo.
Il fuoco è l'elemento caratterizzante della festa: la maggior parte dei riti si compie di notte, simbolicamente il tempo degli antenati, e il fuoco è chiamato a rischiarare e a tracciare i percorsi che uniscono gli uomini agli avi.
La sera dell'ultimo giorno giunge il tempo del commiato e gli spiriti degli antenati sono invitati ad abbandonare il mondo dei vivi per fare ritorno alla propria dimora ultraterrena per ristabilire la giusta separazione tra i due mondi.
È questo il momento del tōrōnagashi, la cerimonia delle lanterne galleggianti affidate alla corrente di un fiume, o dell’oceano: le anime degli antenati si dileguano scomparendo assieme all’affievolirsi delle piccole fiamme che illuminano le lanterne.
Obon e tōrōnagashi
Ogni civiltà ha selezionato il modo migliore per rapportarsi con i propri defunti, per disciplinare la relazione tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti.
Il primo riferimento storico all’Obon, rito giapponese dedicato al culto dei defunti, risale all’VIII secolo e documenta la sua presenza nell’arcipelago dall’anno 606. Il nome, come l’originario sostrato dottrinario e rituale, rimanda a pratiche di derivazione indiana giunte però in Giappone attraverso il filtro della Cina e del Buddhismo: l’Estremo Oriente ha fatto propri questi culti dedicandoli agli antenati di ogni famiglia piuttosto che a una generica schiera di spiriti di defunti. Solo dal dodicesimo secolo, però, lo Obon si è diffuso capillarmente diventando patrimonio dell’intera comunità nipponica.
Lo Obon, oltre che un rito, è una festa – dal tono gioioso piuttosto che mesto – che si sviluppa in più fasi e si prolunga, con calendario variabile a seconda delle diverse regioni, tra il primo e il quindici di agosto, e durante la quale non mancano danze, canti e pasti collettivi oltre alle preghiere.
Il fuoco ne è un elemento distintivo, caratterizzante: la maggior parte dei riti si compie di notte, simbolicamente il tempo dei defunti, e il fuoco è chiamato a rischiarare e a tracciare i percorsi delle varie processioni fatte dagli uomini e dai defunti.
Il primo del mese le anime dei defunti iniziano il loro cammino dall’aldilà verso il mondo dei vivi, mentre gli uomini puliscono le tombe e liberano dalle erbacce – o dagli ingombri – i sentieri e le strade che conducono alle case: il tredicesimo giorno si accende un grande fuoco e si costella con piccoli falò il percorso che ogni anima dovrà fare verso la casa di famiglia sull’uscio della quale un altro fuoco segnalerà l’arrivo a destinazione. Quando il buio è completo il capofamiglia dà il benvenuto agli antenati e la famiglia si ritrova al suo completo per trascorrere assieme un breve ma significativo lasso di tempo.
La sera del quindici giunge il tempo del commiato e gli spiriti degli antenati sono invitati ad abbandonare il mondo dei vivi per fare ritorno alla propria dimora ultraterrena per ristabilire la giusta separazione tra i due mondi. È questo il momento del tōrōnagashi, la cerimonia delle lanterne galleggianti affidate alla corrente di un fiume, o dell’oceano: le anime degli antenati si dileguano scomparendo assieme all’affievolirsi delle piccole fiamme che illuminano le lanterne.
In alcune circostanze la cerimonia tōrōnagashi viene celebrata al di fuori dell'Obon. Significativi sono i casi di Hiroshima e Nagasaki, città che commemorano rispettivamente ogni 6 e 9 agosto con le lanterne galleggianti la tragedia atomica che le ha colpite.
Attività
Nipponica organizza in tutta Italia eventi che promuovono la cultura giapponese e le relazioni tra Italia e Giappone.
Nipponica mette a disposizione la propria esperienza decennale nell’ambito della diffusione culturale giapponese in Italia e dei rapporti culturali bilaterali per chi intenda realizzare eventi o momenti di approfondimento in tali ambiti.
Dall’ideazione alla realizzazione, Nipponica offre la possibilità di promuovere in Italia eventi che siano in grado al contempo di esaltare le peculiarità proprie del territorio in cui si svolgono.
Nipponica supporta aziende, istituzioni o enti interessati ad aprire o incrementare relazioni con il Giappone. In particolare, a partire dalle esigenze di ciascuna realtà vengono individuate le azioni più efficaci e le modalità di comunicazione più opportune al conseguimento degli obiettivi prefissati:
- corsi di orientamento culturale (generali e per specifici ambiti)
- corsi di lingua (giapponese anche tecnico a vari livelli)
- ideazione e realizzazione di materiali promozionali o informativi in lingua giapponese
- servizi di traduzione e interpretariato
- corner culturali per fiere e manifestazioni
- mostre, allestimenti e laboratori di origami
Chi siamo
Nipponica promuove le relazioni tra Italia e Giappone e propone eventi in tutta Italia presentando la cultura e la società giapponese attraverso: cinema, arte, musica, teatro, letteratura, tradizione, nuove tendenze, anime, pop culture, manga, tecnologie innovative, turismo, economia.
Nipponica, festival di cultura giapponese, nasce nel 2005 in occasione del 2005-EU-Japan People-to-People Exchange Year promosso da Comunità Europea e Governo Giapponese.
Per la quantità e la qualità degli eventi proposti Nipponica è diventato, in quasi venti anni di attività, un punto di riferimento per la cultura del Sol Levante e per i rapporti bilaterali Italia-Giappone.
Tra le città che hanno ospitato gli eventi di Nipponica:
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Nipponica è ideato e organizzato dall'Associazione Culturale Symballein di Bologna.
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